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Hygrophorus marzuolus , (Fr.:Fr.) Bresadola PDF Stampa E-mail
Venerdì 27 Marzo 2009 21:20

Classe: Basidiomicete
Nome scientifico: Hygrophorus marzuolus
Nomi volgari : marzuolo- dormiente

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Caratteristiche morfologiche :

Cappello: 6-12 cm, convesso, poi espanso ed infine depresso,robusto e carnoso  sovente con orlo largamente lobato, a lungo involuto, vischio setto per l’umidità, presto asciutto,di colore bianco sotto le foglie, poi grigio perla,grigio piombo, quasi sempre con zone bianche  o più pallide, tendenti all’antracite negli esemplari maturi.

Lamelle: a adnate  a poco decorrenti,spaziate, orizzontali o leggermente arcuate ,spesse, intercalate da lamellule di misura diversa,prima candide poi candide in fine ingrigenti a partire dal fondo,appena fuori dal substrato.

Gambo:4-8 x 1,5 -2,5 cm, cilindraceo ,un po’ ingrossato alla base,,sodo,asciutto,pieno; bianco poi con macchie dello stesso colore del cappello.

Carne: bianca  poi tendente ad ingrigire nelle periferie nei soggetti maturi o per imbibizione ,molto soda,. Odore  debole e quasi nullo ma particolare. Sapore grato.

Spore: spore  ellittiche ,6-7 x 4,5-5,6 micron,da osservare con rosso congo ammoniacale.

Commestibilità:
commestibile,molto ricercato ed apprezzato nelle zone di crescita.

Habitat e osservazioni: ubiquitario. Predilige  tuttavia boschi misti con presenza di abete bianco,abete rosso,castagno e faggio, dove si presenta allo sciogliersi della neve o disgelo. Ama  i terreni soffici di aghi e foglie, sotto i quali si nasconde a lungo. Da febbraio ai primi di maggio. Non ovunque  diffuso ma fedele nelle zone di crescita. E’ considerata  una primizia di primavera.!!!!!! Da rispettare e salvaguardare.

NOTA ECOLOGICA PARTICOLARE dell’AUTORE della scheda.

E’ un fungo conosciuto da pochi anni dalle nostre zone eppure accanitamente ricercato ed apprezzato. H. marzuolus deve al suo mimetismo e al suo modo di crescere semi-ipogeo parte delle sue vicissitudini; infatti non a caso è definito “ dormiente “.  Da una parte la difficoltà di ricerca lo protegge e ne garantisce  la possibilità di riprodursi;dall’altra spinge i ricercatori assai maleducati e avidi, a ricorrere all’uso dei rastrelli o a scavare nel terreno per individuarli. Questi metodi  “ barbari “ sono assai invasivi e producono sovente lacerazioni alla trama miceliare,arrivando a produrre la morte del micelio. Per questo la sua apparizione è sempre più scarsa.

Siamo più rispettosi… mettiamo da parte l’egoismo e l’avidità della gola……!!!!!!!!!
Gennaro DI CELLO -Micologo


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