04/10/09 - Oasi Grecanica : Bova e Pentidattilo |
Lunedi 21 Settembre 2009 22:56 | |||
GITA TURISTICA E NATURALISTICA Oasi Grecanica : Bova e Pentidattilo 4 Ottobre 2009 - Reggio Calabria PROGRAMMA ORE 13,00-14,00, CIRCA, PRANZO A SACCO IN AREA ATTREZZATA nei pressi del Borgo antico e del Castello. BREVE PASSEGGIATA SUL LUNGO MARE “ FALCOMATA’ “- Il più bel chilometro d'Italia -REGGIO CALABRIA.
SACCO DOMENICO 0968 /434416 – 339/5836257 - D’ELIA Francesco 0968439025- 340/3362633; RUBERTO Bruno 0968/437343 - 347/6934391 - SEDE SOCIALE 338/7355250 Leggi il documento completo con LEGGI TUTTO per consultare le informazioni turistiche e altre notizie utili NOTIZIE UTILI La città di Bova (in greco Vùa) ha origine antichissima. Secondo la leggenda, una regina armena avrebbe guidato il suo popolo sul monte Vùa, nel cui nome appare chiaro il riferimento alla presenza del bue, cioè a una terra adibita al pascolo dei buoi.
La Storia VII-VI sec. a.C., i coloni greci provenienti dalla Locride assoggettano le popolazioni preistoriche, tra cui gli Ausoni, che abitano le rocche e le caverne di Bova sin dal Neolitico. In età greca Bova subisce le sorti della politica locrese ed è assoggettata ai tiranni di Siracusa. V sec., Bova è sede vescovile e rimane a lungo feudo dei vescovi di Reggio. 829, le incursioni dei Saraceni obbligano i sopravvissuti a lasciare la costa e le campagne per rifugiarsi sui monti. Risale ai sec. IX e X la colonizzazione bizantina i cui influssi sono tuttora vivi nell'antico dialetto greco parlato da parte della popolazione. 1040-60, arrivano i Normanni e costruiscono un castello per il controllo del territorio. Bova diviene una contea governata dall'Arcivescovo di Reggio che mantiene il titolo di conte e i privilegi feudali fino al 1806. 1572, il rito greco-ortodosso, fin qui seguito, viene sostituito per volere del vescovo Stauriano dal rito latino. 1577, la popolazione è decimata da una tremenda pestilenza seguita dalla carestia. 1736, le campagne sono invase dalle cavallette. 1783, un violentissimo terremoto distrugge parte della città recando gravi danni ai monumenti. 1820, il Re di Napoli costituisce, a prevenzione di disordini nel territorio, un presidio militare a Bova. 1943, un bombardamento degli anglo-americani durante l'ultimo conflitto mondiale danneggia l'insediamento abitativo più antico. Sfarzo d'altari e riti bizantini Dal balcone di Bova, posto in posizione panoramica a 850 metri d'altitudine, è possibile abbracciare con lo sguardo tutto l'arco costiero. Il borgo è uno dei centri più importanti dell'isola grecanica della provincia di Reggio Calabria e vanta una lunga storia di cui rimangono molte tracce nell'abitato. Antichissima sede vescovile, ha una Cattedrale la cui costruzione originaria risale ai primi secoli d.C.; certamente esisteva già nel V, come documenta la sottoscrizione di Lorenzo Vescovo di Bova. Dedicata alla Madonna della Presentazione o "Isodìa", e frutto di successive ricostruzioni e ristrutturazioni, ha un interno a tre navate di tipo basilicale. Le opere più notevoli sono la Cappella del Sacramento, realizzata da maestranze siciliane specializzate nella lavorazione dei marmi policromi intarsiati, e la statua della Madonna "Isodìa" col Bambino, attribuita a Rinaldo Bonanno (1584), posta su uno scanno di marmo che riproduce lo stemma civico di Bova. Gli scavi hanno riportato alla luce numerose tombe e l'antica chiesa normanna. Il Castello Normanno (sec. X-XI), ridotto a rudere, sorge in cima a uno sperone roccioso. La Torre Normanna (sec. XI) era posta a guardia di una delle quattro porte che permettevano l'accesso alla città . La chiesa di San Leo (sec. XVII) ha una sola navata con cappelle laterali, preziosi stucchi ottocenteschi alle pareti e un sontuoso altare maggiore di stile barocco, nella cui nicchia policroma è collocata una statua di San Leo di marmo bianco, opera di Pietro Bernini (1582). Il santo tiene con la mano sinistra un'accetta rotta e poggia su uno scannello ottagonale marmoreo su cui è riportato - anche qui - lo stemma col bove. Altri splendori barocchi nella Cappella delle Reliquie (1722). La Chiesa del Carmine (sec. XVII) è una graziosa cappella gentilizia appartenuta alla famiglia Mesiani. Il prospetto principale in stile tardorinascimentale è definito da alte lesene che sorreggono un cornicione con timpani triangolari. Il portale in pietra realizzato da maestranze locali posto in asse alla facciata è sormontato dallo stemma di marmo della famiglia Mesiani. All'interno si trova un pregevole altare marmoreo. La Chiesa dell'Immacolata (sec. XVIII) presenta sulla facciata un portale in pietra con intagli, in stile tardobarocco, opera di scalpellini locali. Sopra l'architrave è posta una finestra ad arco ribassato con lo stemma della famiglia Marzano al centro. Il prospetto principale della Chiesa dello Spirito Santo (sec. XVII) ha forme semplici e austere, e contiene un portale dalle strutture architettoniche tardorinascimentali, intagliato in pietra da scalpellini locali. La chiesa ha subito gravi danni per i terremoti del 1783, 1908 e del 1928 e ora giace in stato d'abbandono. Pure danneggiata dai terremoti, ma restaurata e riaperta al culto è la Chiesa di San Rocco ( sec. XVI), dove si celebra secondo il rito greco-bizantino. Tra i vicoli sono molti i palazzi gentilizi che testimoniano l'importanza di questo paese. In genere sono costruiti in pietra e mattoni e arricchiti all'esterno da decorazioni di lesene, cornici e mensole e da splendidi portali d'ingresso. Da vedere il Palazzo Mesiani-Mazzacuva, sorto alla fine del XVIII sec. nei pressi delle antiche strutture difensive della città e destinato dal Comune a diventare un centro culturale sulla Magna Grecia; il Palazzo Nesci Sant'Agata (sec. XVIII) che sorge nella piazza principale ed è di proprietà privata; e infine il Palazzo Tuscano (sec. XIX) nella parte alta del centro abitato, che ospiterà il Centro Visite del Parco Nazionale d'Aspromonte.
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